
La band è nata a Milano nel lontano 1979 ed è stata probabilmente la prima formazione mod in Italia. In pochi anni di elettrizzanti show la reputazione dei The Mads è cresciuta fino a farli diventare un riferimento nella scena underground dell’epoca.
lI gruppo si è riunito nel 2012 con la lineup originale. I loro show sono caratterizzati da una miscela energica di beat e rhythm ‘n’ blues con incursioni nel brit pop. (Lunedì della Lampara)

L’anima dura e gentile dell’amato Abruzzo, i venti del Mediterraneo, il grido di libertà che accompagna il jazz in ogni sua espressione. La combinazione di questi elementi, nella primavera del 2012, segna l’avvio di un percorso che in pochi mesi conduce il progetto 3dB al debutto discografico.
Luca Di Battista alla batteria, Michelangelo Brandimarte al basso elettrico, Pietro Di Domizio alla chitarra. Poche parole e tanta musica, rigorosamente originale, con la sola eccezione del classico You Don’t Know What Love Is sono bastati perché un’ottima intesa si trasformasse in una profonda empatia.
Chiaroscuro, in analogia con il procedimento pittorico nel quale ogni forma prende vita attraverso variazioni di luce e di ombra, esemplifica il lavoro di ricerca sonora, compositiva, finanche spirituale, dei tre giovani musicisti. (Il Lunedì della Lampara)
A seguire Rockwild EO05 – Palazzo Dj Set

I The Backlash sono una giovane band con base a Milano. Attivi dal 2012, sono portatori nostrani di quel movimento Britpop che mai morirà. Nelle intenzioni così come dentro alle orecchie hanno la British Invasion che rese celebri negli anni The Beatles e The Who per poi rimodernarsi in nuova forma con Oasis, Blur e molti altri.
La band è caratterizzata da un “british sound” miscela di britpop, shoegaze e psychedelic rock. Lʼalternative-rock dei Backlash trova nello Shoegaze la sua ibridazione più sincera, senza mai perdere lʼapproccio Pop tipico di quella indimenticata Manchester di metà anni ʼ90. La ricerca di una propria dimensione, lʼintrospezione profonda e la rabbia di appartenere ad una generazione nella quale riconoscersi solo a metà, sono i temi ricorrenti della loro estetica testuale.
Nel 2014, dopo due anni di concerti tra Italia ed estero, i Backlash firmano un accordo discografico con la milanese Rocketman Records. 3rd Generation è lʼEP dʼesordio, uscito nellʼautunno del 2014 e ufficializzato dal videoclip di “Spin ‘Round” in anteprima nazionale per Rockambula Magazine (02/03/15). I brani selezionati per questo Ep di lancio mostrano prevalentemente il lato Britpop della band, con evidenti risvolti psichedelici.
La mano di un bambino, protagonista di copertina, sta a simboleggiare qualcosa di nuovo, di appena nato e con il futuro davanti. Consapevoli e speranzosi, quindi, i The Backlash si fanno portavoce di una “Terza Generazione”, figli legittimi per gusto ed approccio alla scrittura di quei movimenti culturali e sociali che resero grandiose le scene musicali degli anni ʼ60 e ʼ90. (Lunedì della Lampara)

Dopo l’uscita del fortunato EP “The Truth Is Overrated”, la band romana pubblica per Goodfellas questo godibilissimo album che si espande lungo dodici inediti esplicanti una raffinatissima, curiosa e dal sapore internazionale, forma – canzone in inglese che con nonchalance va dal folk al rock, passando per un reggae multiforme, mai scontato e banale, dai quattro reinterpretato in chiave assolutamente contemporanea e soprattutto mantenendo in maniera costante la propria credibilità.
“Boom The Rhumba” è il brano apripista del disco, scelta azzeccatissima perché è un pezzo che effettivamente incarna praticamente tutte le cifre stilistiche della band e dell’album in questione. Vale a dire una prodotto artistico eterogeneo e cangiante, dalle sonorità fantastiche ed irreali, a tratti inquietanti, che sposano testi divertenti, ironici e ben scritti, coadiuvati da un sound che cambia forma pur rimanendo coerente alla propria sostanza.
Il reggae suonato dai Veeblefetzer nulla ha a che vedere con la banalità e la ripetitività, nonché l’odore di vecchio, che sovente chi si cimenta in questo apparentemente semplice genere musicale, in realtà articolato e complesso, non riesce ad evitare. L’atmosfera fiabesca, coinvolgente ed irreale, ad esempio di brani come “Monkey On My Back”, “Change Your Mind”, “The Jungle Down”, pervade piacevolmente l’intero lavoro della band, che si rivela squisitamente all’altezza della realizzazione delle proprie dichiarazioni d’intenti.
“No Magic No Bullet” non è “la solita menata indie”, per intenderci: in mezzo al dilagante piattume artistico – creativo che si espande lungo questi anni zero, una proposta musicale come quella dei Veeblefetzer è da accogliere con entusiasmo e curiosità. Completa l’egregio lavoro del quartetto dell’Urbs una cura dei suoni elevata e uno studio delle melodie apparentemente caotico ma in realtà ben studiato e mai lasciato al caso e al proprio destino.
Un disco molto interessante insomma, senza dubbio fra le uscite discografiche più promettenti di questo inizio 2016. I Veeblefetzer rappresentano una piacevole novità di cui a questo punto non possiamo far altro che attendere le future evoluzioni. (Lunedì della Lampara)
ZU, (Luca T. Mai, baritone sax; Massimo Pupillo, bass; Tomas Järmyr, drums), è una band iperproduttiva che negli anni ha dato vita a una quantità impressionante di materiale (15 album e oltre 1000 concerti in tutto il mondo), collaborando in studio e dal vivo con artisti del calibro di: Mike Patton, The Melvins, Dälek, Jim O’Rourke, FM Einheit (Einsturzende Neubauten), Peter Brötzmann, Eugene S. Robinson (Oxbow-Bunuel), Steve MacKay (The Stooges), The Ex, Thurston Moore, Stephen O Malley, Damo Suzuki (Can), Mats Gustafsson, NoMeansNo, Geoff Farina (Karate), Joe Lally (Fugazi), Il teatro degli orrori, Xabier Iriondo (Afterhours), Black Engine, Ardecore.
La loro sperimentale miscela di metal, math, no-wave, noise ed elettronica, ha portato John Zorn a descrivere il sound degli Zu come “un suono potente ed espressivo the spazza via completamente ciò che la maggior parte delle altre band in circolazione fa al giorno d’oggi”.
Band guidata dalla contrabbassista e compositrice Caterina Palazzi (con lei, Antonio Raia, sax tenore; Giacomo Ancillotto, chitarra; Maurizio Chiavaro, batteria), Sudoku Killer è attiva da 9 anni nel panorama jazz, rock, noise, sperimentale italiano. Ha all’attivo oltre 400 date in tutta Europa. In occasione del JAZZIT AWARD Caterina è stata votata come migliore compositrice italiana, e SUDOKU KILLER è stato nominato secondo miglior album italiano. Nel 2015 il nuovo album Infanticide, provocatorio e spigoloso, è stato nominato tra i migliori dischi 2015 da numerose riviste, tra cui Impatto Sonoro, Free Fall Jazz, Son of Marketing, Storia della Musica, Alternitalia, Distorsioni, RomaSuona, RadioEco, Suoni Distorti Magazine, Indiana Music Magazine.
IL Fatto Quotidiano scrive: “INFANTICIDE è forse quanto di più moderno, perturbante, notturno, nord-europeo, aperto e sexy si possa pretendere dal jazz italiano d’oggi. Non è jazz, non è rock, ma una piccola Opera affilata come un rasoio. Un mediometraggio musicale per anime inquiete”. (Il Lunedì della Lampara)

6° Memorial Marco Lucarelli
Sesta edizione del festival in ricordo di Marco Lucarelli.
Presentato da: anahata – veronica pellegrini e ignazio calò.
Sul palco live:
Una Giornata Infausta (Chieti)
Progetto Extradry feat Ombra & Sevenhaze (Pescara)
Vanesia (pescara)
Miriam Ricordi (pescara)
Dj Trew
Durante la serata si raccoglieranno fondi per l’associazione: “La Stanza del Figlio” (www.lastanzadelfiglio.com) (le offerte saranno libere, l’ingresso è gratuito). L’intero evento sarà in diretta radio su:www.kissdigitalradio.com.